Come l’Occidente può vincere la guerra economica
"Nulla sarà più come prima” l'appello lanciato da Luigi Paganetto ha innescato un dibattito su come dovranno cambiare le politiche economiche europee. L’intervento di Michele Bagella si concentra sul sostegno finanziario della Bce e sul nuovo Recovery Plan per la difesa e l’energia.
di Michela Bagella, già Preside Facoltà di Economia - Università degli Studi di Roma "Tor Vergata"
“Nulla sarà come prima. L’Europa è pronta?”. Sembra uno slogan da film, ma non è così. L’aggressione russa all’Ucraina sta profondamente minando le convinzioni che ritenevamo acquisite: l’internazionalizzazione dell’economia e la mobilità dei cittadini in tutte le direzioni, comprese quelle orientali.
La guerra di Putin ha già chiarito che la globalizzazione è finita e che i muri sostituiranno le porte aperte. Ancora peggio, ha posto fine al sogno della pace, coltivato in Europa in questi ultimi decenni. Il “dopo” quale che esso sia, sarà segnato da un ripensamento profondo delle catene del valore e da un proseguimento della guerra con armi improprie, il credito e la finanza da parte occidentale vs l’energia e le materie prime, da parte orientale. Il tutto condito dal senso di paura e di prudenza che per lungo tempo circolerà tra i cittadini europei, condizionandone le scelte economiche. Tutti perderanno, poco o molto, in questo gioco tragico e imprevisto.
Solo ieri l’internazionalizzazione produttiva e commerciale non solo delle grandi imprese ma anche delle Pmi sembrava il carburante da immettere per lo sviluppo dell’economia e dei distretti industriali del Paese. D’ora in avanti questa prospettiva sarà ridimensionata e complicata da dazi, razionamenti e controlli che saranno introdotti a tutela della sicurezza nazionale. Lo stiamo osservando già ora che le armi vere continuano a sparare. Tante imprese italiane vedono chiudersi il mercato russo per la vendita dei loro prodotti, e le frontiere per l’arrivo dei turisti.