Ridisegnare una mappa della sicurezza europea non sarà facile
Rocco Cangelosi risponde all'appello lanciato da Luigi Paganetto nel suo "Nulla sarà più come prima. L'Europa è pronta?”. Si concentra sulle sfide nel percorso verso una mappa della sicurezza continentale in seguito allo scoppio del conflitto russo-ucraino.
di Rocco Cangelosi, diplomatico e consigliere di Stato, già consigliere diplomatico del Presidente della Repubblica
Dopo un mese di guerra non si intravede ancora il punto di caduta per un compromesso che possa mettere fine alle ostilità e stabilire una tregua. Di questo, infatti, si parla. Difficile ipotizzare invece la fine della guerra dati gli obbiettivi di rivedere l’architettura della sicurezza in Europa che Vladimir Putin si è riproposto di perseguire.
Gli ultimi tentativi per intavolare una trattativa globale sono infatti falliti. Nonostante le aperture della Nato per la ripresa dei negoziati per la riduzione degli armamenti e delle Inf, l’idea di una nuova conferenza sull’architettura della sicurezza globale in Europa non è stata accolta, poiché da parte occidentale si dà per acquisito il risultato della sconfitta dell’Unione Sovietica nella Guerra fredda e si considera come inaccettabile ogni richiesta di modifica all’ordine emerso dal post 1989. E comunque appare molto difficile che l’Occidente possa negoziare un nuovo assetto con chi ha calpestato tutte le regole del diritto internazionale e ha dato il via a una brutale aggressione.
Proprio per questo Putin non ha intenzione di fermarsi fino a quando non avrà raggiunto obbiettivi considerati soddisfacenti visto che appare difficile ipotizzare una resa dell’esercito ucraino come inizialmente previsto. Putin ha fatto male i suoi calcoli e certamente non si aspettava una resistenza così caparbia da parte dell’esercito ucraino. Ciononostante continuerà nel perseguimento dei suoi obbiettivi confortato dai limiti degli interventi che la Nato stessa si è data.
Volodymyr Zelensky da parte sua vuole evitare questo scenario e chiede l’unica cosa che la Nato non può dare, ovvero una no-fly zone che consentirebbe alla resistenza ucraina di avere successo.
L’invio di armi da parte dei Paesi occidentali può solo prolungare l’agonia e il martirio delle città ucraine ma non evitare un esito ormai scontato. Gli Stati Uniti pensano che alimentare la resistenza ucraina servirà a impantanare la Russia in una lunga guerriglia.
Caduta l’illusione di una guerra lampo che nell’ottica di Putin avrebbe dovuto condurre a imporre a Kiev un governo filo russo, l’obbiettivo di Mosca potrebbe essere quello di una divisione dell’Ucraina sulla linea del Dnepr creando uno Stato cuscinetto all’Est del fiume. Una conclusione certamente non accettabile ma che trova precedenti storici nella divisione delle due Germanie o della partizione tuttora esistente della repubblica di Cipro.
Da una soluzione di questo genere che emergerebbe dai risultati della guerra lo scenario della sicurezza europea ne uscirebbe sconvolto.