Materie Prime

L’Osservatorio, avviato anche grazie ad un contributo liberale della Banca d'Italia, e realizzato in collaborazione con Fondazione Manlio Masi, si propone di costruire un sistema informativo sul mercato mondiale delle materie prime non energetiche e dei semilavorati, a disposizione non solo delle industrie utilizzatrici, ma anche delle Istituzioni, per migliorare e tutelare la competitività del sistema produttivo italiano. Attraverso l’analisi dei paesi fornitori, effettivi o potenziali, intende costituire per il Sistema Italia un ulteriore strumento per la definizione di interventi mirati sui mercati esteri, per individuare nuovi fornitori e realizzare azioni di scouting di materie prime.

 

Rapporti

È online il Rapporto "Il mercato mondiale dello iodio. Focus sul settore farmaceutico" - dell'Osservatorio sulle materie prime strategiche per le imprese italiane - a cura di Francesca NanniSimona Mandile Chiara Lubicz.

Il presente lavoro intende fornire un quadro economico aggiornato sul flusso della materia prima iodio e dei suoi derivati e composti, in rapporto al contesto sociale, economico e politico italiano, europeo e globale. Lo iodio, infatti, è un elemento chiave in diversi ambiti produttivi (settore chimico, produzione di schermi LCD, ecc.), soprattutto in quello biomedicale. Questo elemento, infatti, si impiega nella produzione di disinfettanti, biocidi, mezzi di contrasto, integratori alimentari e farmaci, dove è di fondamentale importanza, in particolare, nella produzione di ormoni sintetici tiroidei.

Il mercato dello iodio si distingue per la sua relativa immunità dalle influenze geopolitiche dominanti, contrariamente ad altri settori critici identificati dall’UE. I principali Paesi estrattori e fornitori, Giappone e Cile, infatti, godono di una sostanziale stabilità politica interna.

Nel documento verrà presentata un’analisi economica dei flussi commerciali dello iodio, per fornire una panoramica sia a livello globale, che europeo ed italiano, identificando, in particolare, il ruolo dell’Italia nel mercato dello iodio.

 

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È online il Rapporto "Il mercato mondiale delle terre rare tra problemi di approvigionamento e opportunità di circolarità" - dell'Osservatorio sulle materie prime strategiche per le imprese italiane - a cura di Francesca NanniSimona Mandile e Francesco Salustri con il coordinamento di Beniamino Quintieri.

Le terre rare sono 17 elementi chimici, parte delle 35 materie prime critiche identificate in recenti documenti emessi della Commissione Europea, e sono utilizzate per la produzione di componenti tecnologici avanzati in molti settori: elettronica, energia, automotive, difesa e telecomunicazioni, solo per citarne i principali. L’approvvigionamento e il commercio di terre rare è quindi questione di primaria importanza per le politiche industriali, soprattutto in Europa dove i Paesi sono prevalentemente esportatori.

La nostra analisi definisce in maniera chiara i paesi esportatori di materie prime e quelli produttori di semilavorati che utilizzano terre rare. I paesi asiatici sono protagonisti nel mercato delle terre rare: dal 2016 al 2020, Cina, Giappone e Malesia hanno esportano più del 50% del valore complessivo del mercato. Tra i paesi europei, anche l’Italia svolge un ruolo importante, essendo il secondo paese dopo la Francia in termini di valore delle esportazioni.

Questo rapporto intende offrire un quadro economico aggiornato sui flussi commerciali delle materie prime contenenti terre rare, con particolare riferimento al contesto sociale e geopolitico. Il cambiamento tecnologico negli ultimi decenni ha visto crescere esponenzialmente le innovazioni ad alta tecnologia applicate in settori molto diversi fra loro, come i trasporti, il biomedicale e le telecomunicazioni, che hanno radicalmente cambiato la società e il modo di vivere delle persone. Per la produzione di queste tecnologie sono di cruciale rilevanza alcune materie prime critiche e, in particolare, le terre rare.

Inoltre prova a quantificare la quantità di terre rare potenzialmente estraibili in Italia da prodotti finiti, con lo scopo di fornire una prima analisi dei potenziali costi e benefici dell’urban mining in Italia (il recupero di materia prima dai prodotti tecnologici a fine vita). I paesi importatori di terre rare come quelli europei potrebbero utilizzare l’urban mining per recuperare terre rare da manufatti non più utilizzabili, reimmettendole nel ciclo produttivo e riducendo quindi la loro dipendenza dai paesi produttori. Alla luce di questo potenziale, risulta importante capire quali sono i costi associati all’urban mining e quale resa possono dare gli attuali processi di riciclo e recupero.

Il rapporto termina con alcuni suggerimenti di policy, che riguardano i rapporti socioeconomici fra paesi produttori e paesi importatori; la raccolta e l’analisi di dati dettagliati e attendibili e l’utilizzo di nuovi strumenti tecnologici per politiche industriali sostenibili.

 

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È online il Rapporto "Le importazioni di materie prime del legno ed i loro impieghi industriali" - dell'Osservatorio sulle materie prime strategiche per le imprese italiane - a cura di Francesca Nanni e Gian Marco Pinna con il coordinamento di Beniamino Quintieri.

 

ll Legno è la materia prima dalla quale derivano molti prodotti, semilavorati e finiti, ampliamente presenti in commercio. Sebbene si sia spontaneamente portati a individuare nell’industria del mobile il principale e naturale ambito di utilizzo del legno, l’analisi delle categorie merceologiche evidenzia come, di fatto, tale settore sia solo uno dei tanti, e che dalla materia prima legno derivino una serie molto numerosa di semilavorati impiegati in vari campi, che vanno dal packaging e imballaggi alla legna da ardere, dall’industria delle costruzioni a quella della carta, per citare i principali.

In questo lavoro sono riportati i risultati di un’analisi di come la pandemia e i recenti sviluppi della situazione geopolitica nell’Europa dell’Est possano aver impattato le catene del valore relative alle produzioni che coinvolgono materie prime derivanti dal legno.

Nel presente rapporto si troverà, dunque, un'analisi economica dei settori che impiegano materia prima derivata dal legno, le analisi dettagliate di 10 settori merceologici, affiancate da commenti tecnicoscientifici, proposti al fine di poter rendere il lettore edotto delle dinamiche del settore degli ultimi undici anni e contribuire ad identificare ed evidenziare le principali aree di vulnerabilità che potrebbero interessare l’industria italiana, a fronte di minacce, incertezze e tensioni sui prezzi.

 

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